Apriamo questo numero così come si era chiuso il precedente, o quasi: le nuove stime per la consegna di nuove monoruota ipotizzano agosto e non più luglio come periodo durante il quale effettivamente le ruote sarebbero consegnate.
Norme nazionali
Si apre un capitolo lungo e tedioso per molti, oppure complicato e incomprensibile per altri. A fine giugno il mondo della micromobilità elettrica ha avuto un soprassalto: il Governo si è riunito in un consiglio dei ministri il 27 giugno. Al termine del consiglio il Governo ha comunicato in conferenza stampa quali sarebbero i provvedimenti che si intendono adottare, in particolare, rispetto alla micromobilità è stato comunicato che:
"Si introducono poi disposizioni in materia di micromobilità, caratterizzata dall’impiego di mezzi di trasporto meno pesanti e potenzialmente meno inquinanti di quelli tradizionali (quali, ad esempio, scooter, skateboard, monopattini elettrici, biciclette), al fine di elevare gli standard di sicurezza, con la previsione, tra l’altro, di un contrassegno di riconoscimento anche per i monopattini elettrici."
A questo punto occorre fare alcune precisazioni squisitamente giuridiche, necessarie perché il livello di castronerie che è stato raggiunto in tutti i luoghi, digitali o meno, non è più possibile aggirarlo.
Precisazioni giuridiche
Partendo da lontano il titolo del paragrafo sopra riportato è il seguente:
Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (disegno di legge – esame preliminare)
Di seguito il redattore del Governo scrive:
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha approvato, in esame preliminare, un disegno di legge che introduce interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Solo i giuristi che realmente conoscono il diritto costituzionale possono a questo punto capire cosa sta succedendo, e per capire veramente cosa sta succedendo, bisogna avere anche esperienza di cronaca politica, perché oggi è il 2023 e non è più il 1988 (data messa non a caso).
Cosa è un DDL
DDL è la sigla che viene data all'espressione Disegno di Legge, come persino Wikipedia sa, un disegno di legge è un documento elaborato in una delle due camere del Parlamento, quindi deve essere chiaro che il Governo non scrive disegni di legge né è autorizzato ad esaminarli in termini formali. Pare banale scriverlo ma bisogna ricordare che in Italia le leggi le fa il Parlamento (di regola) e il Governo amministra (senza l'uso - teoricamente - di strumenti legislativi).
Cosa è una delega
L'assistente del governo che ha redatto il testo parla di delega per la revisione del codice della strada si fa riferimento in questo caso ad un istituto che frequentente viene adottato politicamente per le leggi così dette "specialistiche" vale a dire, come prevede la costituzione stessa, accanto al procedimento ordinario ci sono due casi straordinari di cui, in questo caso, si fa riferimento a quello previsto dall'art. 76 cost. (la Costituzione la leggete qui). In questo caso il Parlamento fa una legge che è detta di delega nella quale fissa obiettivi, principi e limiti, in conseguenza di questo, il Governo scriverà un testo che nel rispetto di questi limiti diverrà automaticamente un decreto legislativo, ovvero un atto avente forza di legge. L'esempio in materia più noto di Decreto legislativo è proprio il Codice della Strada (che incidentalmente non è un Codice) che tecnicamente è un Decreto legislativo il 285/1992. Quando leggete D.lg. si parla di un Decreto legislativo, così come quando leggete la sigla poco raffinata D.Lgs. o D.lgs.
Quindi cosa è successo?
È successo che il Governo ha chiesto in via informale che il Parlamento adotti una legge Delega perché possa (il Governo) modificare il Codice della Strada.
Ma, tale richiesta che diverrà un DDL, non è ancora stata formalizzata, tanto è vero che non esiste alcun testo depositato in Parlamento, tuttavia il 28 giugno 2023, l'onorevole Salvatore Deidda con l'atto 1258 ha annunciato di volere presentare un disegno di legge (il cui testo non è ancora stato reso noto) per modificare l'art. 198-bis del Codice della strada (che riguarda sanzioni amministrative reiterate, quindi non è un intervento ampio come quello prospettato dal Governo).
Eppure circolano tanti testi...
Un primo testo che circola e che viene da una fonte ufficiale è quello previsto dall'iter 1030, nel quale il 22 marzo 2023 più di dieci Deputati hanno seguito Andrea Mascaretti che ha improvvisato una scomposta modifica al Codice della Strada prevedendo per tutti i veicoli con un motore (velocipedi inclusi), l'obbligo di targa, assicurazione, casco e patente. Questo provvedimento tuttavia, è stato persino sconfessato da esponenti del governo e al momento prosegue molto pigramente il suo iter.
Circola poi un altro testo, del tutto spurio e con filigrana digitale che recita "Orizzonte Scuola". Non è un testo ufficiale non ha alcuna autenticità e non può essere ancora verificato. Nella mia esperienza professionale ho visto circolare tanti testi quando un'attività legislativa su temi sensibili era in corso di preparazione e vi assicuro che non è raro che circolino testi non validi.
Questo testo comunque, per le Monoruote, non prevede esplicitamente alcuna sanzione, e rimanda ad un testo che definisca i mezzi della Micromobilità sancito da un Decreto Ministeriale. Vi dico che, questa, è una triste tecnica frequente negli ultimi venticinque anni di amministrazione nazionale: una norma di rango primario (una legge o un atto avente forza di legge), rimanda ad una norma di rango secondario. Di solito la norma di rango secondario non viene mai scritta e la norma di rango primario rimane lettera morta.
Postille
Quindi la situazione a mio parere rimane quella che ho descritto qui.
È da ricordare che sino al 1988 la classe politica nazionale era fatta di persone estremamente competenti e di esperienza, pertanto, quando un atto normativo veniva annunciato, era già stato scritto (dagli assistenti governativi o parlamentari) e i ministri, i direttori generali o i parlamentari lo avevano letto, compreso e, in alcuni casi, anche modificato.
Sempre più di frequente e sistematicamente a partire da dieci anni a questa parte, invece, il Governo annuncia provvedimenti che non esistono. E passano mesi e mesi da quando il provvedimento viene annunciato a quando il provvedimento è effettivamente redatto. Perché purtroppo, chi vuole la luce degli spalti e annunciare di avere fatto qualcosa ha l'urgenza dell'annuncio ma non la pazienza di imparare a leggerlo. Quindi con estrema probabilità non esistono né il testo della legge delega né una bozza della così tanto affermata riforma di cui solamente il Ministero delle Infrastrutture, pubblica delle diapositive illustrative che, detta esplicitamente, sono abbastanza infantili e semplificatorie.
Qui trovate la scheda del Ministero (che dice moltissime cose ingannevoli), qui trovate le diapositive riassuntive (dice il ministero) e lievemente idiotizzanti (dico io).
Conclusioni
Al termine di questo sproloquio provo a delineare alcune conclusioni:
È iniziata un'attività politica che ha lo scopo di riformare la Micromobilità ad ampio spettro;
L'attività politica non ha ancora prodotto testi che possiamo esaminare sul piano formale;
I testi normativi che circolano non sono affidabili;
Una parte della riforma che prevede sanzioni draconiane per chi fosse positivo all'uso di sostanze psicotrope mentre guida, appare ricca di rilievi di incostituzionalità;
Il testo della Legge delega non è ancora depositato;
Nella scheda sulla Micromobilità si parla solamente di monopattini e non di monoruota, nel parlare di monopattini e in generale, vengono presentate come novità delle cose che sono già previste come obblighi.