La monoruota in Italia
Note sulle recenti vicende legislative con il tentativo di rimanere sintetici
Chi negli ultimi due anni ha iniziato ad usare una monoruota elettrica non ha vissuto sulla sua pelle in prima batttuta un periodo di oltre sette anni durante i quali i monoruotisti hanno circolato in lungo e in largo con alterne situazioni e con perplessità enormi di volta in volta, per la legittimità di una circolazione che rispetta appieno il primo cardine di un ordinamento liberale: puoi fare tutto purché si rispetti il precetto latino del neminem laedere.
Nelle righe che seguono si sintetizza qualcosa che ho scritto più dettagliatamente in modo più completo.
Le monoruota esistenti (articolo oggi obsoleto)
Gli albori (2015-2019)
Quando la monoruota è comparsa come invenzione dell'uomo nessuno se ne è accorto. Era l'invenzione fantasiosa di un miliardario eccentrico che non aveva intenzione di trasformarla in un brevetto da sfruttare ma che ha reso il suo progetto opensource (potete realizzare una monoruota open source a partire da qui).
Sono passati molti anni prima che un inventore (Shane Chen) decidesse di brevettare una invenzione del tutto analoga e di convincere dei produttori, dietro licenza, ad iniziare una produzione di massa. Venne così Ninebot che non paga di avere rilevato la Segway produttrice della Biga, decise di produrre anche una monoruota elettrica (il Ninebot One).
L'ordinamento aveva già digerito in modo ottimale il Segway, anche perché il MIT era popolato di persone in grado di vedere la realtà, analizzarla e digerirla e così le indicazioni e le circolari del ministero avevano legittimato il Segway a circolare come se fosse un pedone. Una volta arrivata alla produzione di massa la monoruota, il Ministero si disse convinto che la monoruota poteva circolare come il Segway, e così a tutti gli effetti come se fosse un pedone: quindi anche sui marciapiedi e sempre dal lato opposto della carreggiata.
Il medioevo (2019-2021)
Poi nel 2018 si tennero le elezioni politiche per rinnovare il Parlamento. I risultati rivoluzionarono il Parlamento e una maggioranza nuova si insediò a Palazzo Chigi, portatrice di uno slogan che voleva (e vuole, in parte) che il mondo non ha mai alcun problema complesso, i problemi sono tutti semplici e così lo sono anche le soluzioni. Alfieri di un vero cambiamento, quello che vuole che non serve scienza, non serve competenza, e non è necessario alcun sapere specialistico per prendere decisioni politiche occuparono il Parlamento distribuendosi in ogni gruppo politico esistente (la critica sottintesa è politica, non partitica).
Nel giugno 2019 vede quindi la luce una norma, un Decreto Ministeriale, largamente immotivato (sul piano giuridico) e legittimato solo da una norma transitoria. Tale Decreto Ministeriale, redatto il 4 giugno 2019 venne pubblicato il 12 luglio 2019 (trentotto giorni per pubblicare un semplice Decreto Ministeriale è un segno di imbarazzante inefficienza).
In tale norma si autorizzavano, legittimavano, e ufficializzavano i monopattini elettrici e gli altri mezzi della micromobilità. Quali? Presto detto: il monowheel, l'hoverboard e il Segway. Si osservi incidentalmente come al Ministero non sapessero dare nomi italiani ad oggetti esistenti e confondessero marchi con prodotti (Segway è il marchio commerciale, il nome che avevano attribuito era biga).
La famosissima norma avviava una annosa sperimentazione, ma la avviava solo per i comuni che l'avrebbero richiesta, e in questo caso attivando la sperimentazione, i mezzi della micromobilità, avrebbero potuto circolare.
La monoruota nella sperimentazione
È diffusa opinione tra gli esperti del settore, che chi ha redatto l'atto, non avesse mai visto una monoruota né abbia pensato di chiedere lumi sul suo funzionamento o sui suoi meccanismi tecnici a qualcuno dei dipendenti che pochi anni prima avevano stabilito che la monoruota poteva circolare come i pedoni.
Il 2019 è poi, per la storia della monoruota, un anno cruciale. Chi ha scoperto questo mezzo da un anno o due potrebbe non averne alcuna idea, ma nel 2019 KingSong e Begode hanno presentato ruote che hanno rivoluzionato i profili di utilizzo della monoruota: KingSong 16X, KingSong 18L e 18XL, Begode RS (nelle varie declinazioni) hanno cambiato l'esperienza degli utenti.
Da ruote con autonomie ampiamente sotto i 100 km si è passati a ruote con più di 120 km di autonomia e con velocità massime che sfioravano i 50 km/h (la velocità limite, in Italia, dei ciclomotori).
Sperimentazione e monoruota
Nell'ambito della sperimentazione sulla Micromobilità la monoruota, o monowheel come pedestramente viene chiamato il mezzo, viene confinata alle zone pedonali e con una velocità massima di 6 km/h.
Da quel momento i proprietari di monoruota che circolavano forti di una direttiva tecnica del Ministero, hanno iniziato a temere perché, uscendo dalle aree pedonali, rischiavano delle sanzioni: avevamo dei mezzi pensati per andare in strada e fare più di cento km, ma dovevamo stare attenti a non uscire dalle zone pedonali.
La sperimentazione pensata principalmente per i monopattini a giugno 2019 conteneva moltissime limitazioni: la prima e spesso insuperabile è che il comune dove ci si trovava avrebbe dovuto "avviare la sperimentazione", la seconda è che era possibile circolare solo in area urbana e su strade con limite di 30 km/h.
MA a dicembre 2019 mentre era in corso la redazione della Legge Finanziaria, con un sagace colpo di mano il senatore Eugenio Comincini fa inserire nella finanziaria il comma 75 nel quale una semplice norma risolve una questione ingarbugliata: si dice che i monopattini come definiti nel DM del 4 giugno 2019, sono equiparati ai velocipedi, ed è così che per i monopattini si apre una stagione d'oro nella quale essere come una bicicletta significa potere andare ovunque vada una bicicletta.
Tuttavia il popolo dei passatisti disposti a spaventarsi per qualsiasi innovazione e soprattutto non disposto ad accettare che le strade pubbliche cambiano nel corso dei decenni, non accetta che i monopattini diventino come le biciclette e così monta una reazione parlamentare. Nel febbraio 2020 viene introdotta una prima limitazione al comma 75 sopra menzionato: con uno strumento odioso (il Decreto Legge Mille proroghe) si introducono delle modifiche alla Legge Finanziaria 160 del 2019 e si introducono dei commi aggiuntivi che limitano l'equiparazione.
Ma queste limitazioni non sono abbastanza e a settembre 2021 il senatore Roberto Rosso privo di esperienza e di competenze nel settore della mobilità urbana e della micromobilità, cavalca un episodio di cronaca che ha di recente scosso l'opinione pubblica e decide di introdurre forti limitazioni per la circolazione dei monopattini.
L'età dell'oro (2021 - ...)
A novembre del 2021 vengono introdotte nuove limitazioni alla circolazione dei monopattini e così detti nuovi obblighi, lo strumento per inserirle non è una nuova legge, non è una modifica al codice della strada, bensì una nuova modifica alla Legge Finanziaria del 2020, la già citata L. 160/2019.
Il comma 75 diventa così una serie di bis e ter non sempre coordinata, grazie alla quale i tanto annunciati nuovi obblighi si assommano a quelli già presenti (che non sono nuovi ma vengono fatti passare per tali).
Chi si occupa della materia non ha mai provato un monopattino, non sa come funziona, non ha mai osservato la micromobilità e non ne conosce nel dettaglio i difetti. E così la monoruota scompare. Cessano di esistere le sanzioni precedenti e la circolazione in monoruota fuori dalle aree di sperimentazione, smette di essere sanzionata.
Da novembre 2021 le sanzioni iniziano a diventare sporadiche e tutte quelle che ho visto (meno di dieci di tre comuni differenti) erano tutte nulle perché la norma richiamata non esisteva più. Dopo giugno 2022 EGAF ha aggiornato il prontuario per i vigili e anche lì viene scritto che la monoruota non può essere sanzionata.
E il futuro?
Il futuro non è semplice da scrutare come per il doge che nella copertina, guidato da Galileo, nel quadro di Giuseppe Bertini del 1858, sta scoprendo l’esistenza del telescopio.
Tuttavia il futuro appare fosco, di iniziativa del Governo in questi giorni è in discussione il progetto di legge e delega A.C. 1435 che si propone di introdurre forti limitazioni a tutto il settore della Micromobilità ed esercitando un ampio desiderio di interdizione di qualsiasi veicolo non secolarmente diffuso nelle vie pubbliche, finisce per reintrodurre una tombale limitazione per la monoruota.
La formulazione attuale dell'art. 14 del progetto di legge discusso alla Camera dei Deputati è la seguente:
75-vicies quinquies.
I monopattini a propulsione prevalentemente elettrica non possono essere posti in circolazione se non sono coperti dall’assicurazione per la re- sponsabilità civile verso terzi prevista dal- l’articolo 2054 del codice civile. Si applicano le disposizioni del titolo X del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 ».
Chiunque circola con un dispositivo di micromobilità elettrica, diverso dai monopattini, avente caratteristiche tecniche e costruttive non conformi a quelle definite con apposito decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ovvero fuori dell’ambito territoriale della sperimentazione di cui al medesimo decreto, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 200 a euro 800. Alla violazione consegue la sanzione amministrativa accessoria della confisca del dispositivo, ai sensi delle disposizioni del titolo VI, capo I, sezione II, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, quando il dispositivo ha un motore termico o un motore elettrico avente potenza nominale continua superiore a 1 kW.
Se qualcuno se ne era scordato, infatti, la sperimentazione riemerge dalle nebbie del tempo!
Pensata per durare un anno e prorogata di anno in anno dal 2020 (ultima scadenza fissata al 27luglio 2024) in realtà è ancora tra di noi, sebbene non riguardi più i monopattini dall'inizio del 2020.
Quindi la speranza di ogni monoruotista è quella di potere circolare perché verrà definito un ambito di sperimentazione sufficientemente ampio da consentirci di circolare ancora con mezzi che, tra l'altro, ormai, hanno autonomie e caratteristiche idonee a renderle un veicolo comparabile ad un ciclomotore.
Date
Ieri (13 marzo 2024) è stato approvato l'articolo di cui sopra è inserita una citazione.
La discussione in aula del progetto di legge prosegue ma non è probabile che termini prima di maggio. Dopo l'approvazione alla Camera dei Deputati il progetto deve passare al Senato dove, ovviamente, non è ancora stato messo in calendario.
Una stima ottimistica dice che non è probabile che prima di giugno l'iter possa essere completato.
Dopo l'approvazione del testo, comunque, le disposizioni non saranno efficaci sino a quando non verrà scritto il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. In tale decreto, ci si aspetta (lo sostiene anche il centro studi della Camera dei Deputati) che venga definito anche "l'ambito della sperimentazione".
In altre parole, personalmente, sono incredulo che prima dell'autunno 2024 si possa vedere una norma efficace. E sempre che non si proceda a rimpasti di governo e che la legislatura continui.